A differenza dell’analisi chimica del vino che ne fornisce informazioni di carattere quantitativo come grado alcolico, acidità, solforosa, ecc., la Dinamolisi capillare invece è un’indagine quantitativa che vuole valutarne la “ vitalità” perché prodotto di organismi viventi come lieviti e batteri.
Il metodo della Dinamolisi capillare, sviluppato da Lily Kolisko seguace del filosofo Rudolf Steiner, consiste nel far risalire in una carta assorbente con tre passaggi successivi prima il vino, poi una soluzione di nitrato di argento (o potassio-ferrocianuro nella variante “blu” Peruzzi), infine una soluzione di solfato di ferro. Dopo essiccazione si renderà visibile l’immagine determinata dalle linee di risalita delle soluzioni saline. Mescolando una sostanza organica (in questo caso il vino) a una soluzione salina inorganica, il grado di vitalità della prima determinerebbe delle variazioni più o meno evidenti nella forma della seconda.
Ogni sostanza organica produce un’immagine distintiva, ma queste non sono mai identiche perché dipendenti dal grado di vitalità del campione esaminato. Così un alimento di alto valore nutritivo, mostra tutta la sua forza vitale nella ricchezza e nella bellezza delle immagini prodotte, mentre un alimento povero offre solo immagini con tratti deboli, quasi indifferenziati.